
Gianfranco Baruchello | Mondi Possibili
La mostra Gianfranco Baruchello. Mondi Possibili presenta una serie di opere di Gianfranco Baruchello (1924-2023) negli spazi interni ed esterni della Villa Farnesina a Roma. Il progetto espositivo, ideato in concomitanza con il Convegno Internazionale di Studi sull’opera dell’artista che si terrà nei giorni 23 e 24 gennaio 2025 presso l’Accademia dei Lincei, a cura di Carla Subrizi, in collaborazione con la Fondazione Baruchello, attraversa alcune sale della Villa Farnesina proponendo un dialogo a distanza tra storia, iconografie e immaginari appartenenti a epoche differenti.
Gianfranco Baruchello con il suo lavoro radicale e indipendente, che ha attraversato sette decenni
tra XX e XXI secolo, ha spesso affermato che tutta la sua opera sia stata il tentativo di costruire
“piccoli sistemi” in grado di contrastare i grandi sistemi della storia, della politica e dell’ideologia.
Artista tra i più significativi e importanti nel panorama dell’arte italiana e internazionale del
Secondo dopoguerra, ha attraversato con indipendenza le principali tendenze dell’arte del XX
secolo.
La storia, l’inconscio, il sogno e l’ambiente, temi tutti presenti nei cicli degli affreschi della Villa
Farnesina, sono stati continuamente indagati da Baruchello e tornano in questa mostra attraverso una
molteplicità di media differenti, tra cui la pittura, l’oggetto, l’installazione, l’immagine in movimento.
Cosa dunque avviene se un’opera di Baruchello si trova a dialogare con un’opera di Raffaello? Se la
ninfa Galatea, presente negli affreschi della Loggia omonima, trova dinanzi a sé il tragitto di un fiume
(Il Fiume, 1982-1983) pensato da un artista vissuto 500 anni dopo, come un percorso tortuoso, pieno
di ostacoli? Se Raffaello pensa Galatea attraverso le Metamorfosi di Ovidio, Baruchello si identifica
nel corso di un fiume che nel suo articolarsi, scopre la difficoltà a fluire, a essere quel che dovrebbe,
a causa di alterazioni degli equilibri sia naturali (ambientali, geografici, sociali) sia dell’esperienza
vissuta. Politica e poetica arrivano così a conciliarsi per raccontare la storia di una questione cruciale,
quanto mai attuale, e che interroga l’umanità tutta sul già fatto e sui possibili interventi necessari da
intraprendere. Continueranno a fluire i fiumi o si arresteranno in una foce piena di ostacoli e
impedimenti, come nell’opera di Baruchello? L’opera, con un nuovo allestimento, si sviluppa in
parallelo sul lato lungo della Loggia di Galatea.
Anche le altre opere della mostra dialogano con gli ambienti di Villa Farnesina. Case nomadi e fragili
(Una Casa in fil di ferro, 1975 nella Sala del Fregio); monumenti ai non eroi ovvero a coloro che
sono stati dimenticati dalla storia (il Monumento ai non eroi, 1962, nella Sala delle Nozze di
Alessandro Magno e Roxane); stratificazioni sia temporali che spaziali della complessità dei cicli
pittorici della villa colte nella misura ridotta di uno spazio non grande (Oh, Rocky Mountains
Columbine, 1966 nella Saletta pompeiana); sguardi che dalla storia continuano a guardarci e a
interrogarci in un montaggio fotografico (La storia ci guarda, 1972-2018); teste apribili che mostrano
l’inconscio, la memoria e territori delle psiche ancora da esplorare (la serie Murmur, 2015 nella
Loggia di Amore e Psiche) un giardino nel parco storico della villa (Giftpflanzen, Gefahr! (Piante
velenose, Pericolo!), 2009) di piante molto belle e seducenti, che si rivelano in grado di costituire un
pericolo; una scultura che mostra la cartografia di un territorio intimo e sensibile nella Sala 5 della
Villa Farnesina, dove le pareti sono in restauro per far riemergere le stratificazioni pittoriche (Rilievo
ideale, 1965).
La mostra attraversa, dunque, l’esperienza della storia, il suo racconto, in un dialogo tra modi lontani
di vedere e percepire gli stessi soggetti: la casa e l’architettura, la psiche, il fiume e il paesaggio, la
geografia, la storia e i suoi protagonisti.
I Mondi possibili si configurano quando il tempo perde la sua articolazione: le sequenze si
interrompono, il passato torna ad agire nella contemporaneità e il presente si realizza come incursione
nel già stato.
In questa mostra, lo sguardo sul passato, verso un’opera o un’esperienza di questo, è uno sguardo che
indaga e che prova a osservare ciò che non era stato ancora visto.