Betty DanonBetty Danon, Partitura asemantica, Attraverso ed oltre (Asemantic score, across and beyon), 1974, indian ink on paper, cm 72 x 57 (framed), cm 66 x 50 (unframed)

Luogo

AOCF58 - Galleria Bruno Lisi
Via Flaminia, 58 - Roma
Sito web
http://www.aocf58.it/wp/

Data

Ott 08 - 31 2022
Evento passato

Ora

18:00 - 21:00

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Mostra

Betty Danon

La galleria Tiziana Di Caro inaugura una personale di Betty Danon, intitolata 1969 – 1979, la prima di una serie di mostre che saranno realizzate in collaborazione e ospitate a Roma da AOCF58, in via Flaminia 58, sabato 8 ottobre 20220 dalle ore 18:00 alle 21:00.

L’associazione AOC F58 nasce nel 1984, ed è costituita da un gruppo di artisti e architetti, che oltre alla normale attività di atelier, autogestiscono uno spazio comune dedicato a mostre, installazioni ed eventi, secondo una tradizione ben consolidata dei luoghi.

La mostra personale di Betty Danon è il risultato di una ricerca costante realizzata in stretta collaborazione con l’Archivio Danon di Osnago e raccoglie opere prodotte a partire dal 1969, anno in cui si fa risalire il primo collage mai realizzato. Danon era nata a Istanbul nel 1927. Nel 1956 si era trasferita a Milano dove ha vissuto il resto della sua vita.

Negli anni Sessanta segue una terapia junghiana e il testo “L’uomo e i suoi simboli” rappresenta il primo importante punto di riferimento per la sua produzione. Betty Danon elabora vere e proprie rappresentazioni cosmico – simboliche attraverso il collage, ritagliando e sovrapponendo, accostando e intersecando cartoni di diversi colori. 

Nella dichiarazione di poetica che scrive nel 1972 si legge che il cerchio è “archetipo magico, eterno perfetto totale assoluto”. Successivamente il cerchio si spezza per diventare “ombra-luce, conscio – inconscio, yin e yang”. Allo scomparire del cerchio subentra il quadrato, quindi il mandala che in sé rappresenta il cosmo attraverso la dialettica degli opposti. 

Dopo una breve parentesi pittorica Betty Danon torna al collage riciclando scarti di nastro adesivo macchiati dai residui di acrilico grigio-celeste, che in precedenza erano stati utilizzati per tracciare le linee nei dipinti. Ne risultano opere in cui nell’alternarsi di segmenti paralleli sembrano intravedersi piccole porzioni di cielo: le “finestre di cielo” sono opere in cui la mimesi tra arte e realtà è generata attraverso un processo di casualità, che ben collima con l’intento dell’artista, il cui lavoro è oramai soggetto a un processo di astrazione che diverrà sempre più estremo. 

“Col passare del tempo i due simboli, il cerchio e il quadrato, si assottigliano sempre più, finché del cerchio non rimane che il centro e del quadrato soltanto il lato: si riducono a punto e linea, due ele-menti minimalisti che mi adotteranno. Mi diverto a ridurre tutto a punto e linea. Per esempio modifico un nome proprio fino a ridurlo a “punto e linea”, là dove tutti i nomi si rivelano praticamente uguali, proprio come tutta la materia che li compone è riconducibile a pochi elementi essenziali”. 

La teoria del PUNTO-LINEA converge in un libro d’artista del 1976,, per poi svilupparsi in quella che sarà la sua produzione più nota. Il punto e la linea sono infatti gli elementi cardine della scrittura musicale e infatti le “Partiture astratte” saranno il primo punto di arrivo di questa ricerca, che partendo dalla geometria, tende a rarefarsi sino a voler rappresentare il suono. 

Le partiture astratte sono la sintesi di una fissità geometrica data dalle linee del pentagramma e la fantasia lirica resa attraverso un’esperienza gestuale fatta di movimenti veloci, precisi e al contempo vivaci. “Erano simulacri di scritture tracciate sul pentagramma, che si presentavano con una certa fluidità e apparente coerenza. Le consideravo come una manifestazione di una dinamica interiore, spontanea e assolutamente inimitabile”. (Betty Danon)

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