Betty Bee
La Galleria Umberto Di Marino presenta Betty Bee, la prima mostra personale dell’artista negli spazi di Casa Di Marino. Questa retrospettiva intende esplorare a fondo il percorso artistico di Betty Bee, dagli iconici video e fotografie delle performance degli anni ‘90 fino alle sue più recenti produzioni, offrendo uno sguardo completo sulla sua evoluzione espressiva e sui molteplici linguaggi che caratterizzano il suo lavoro.
Attraverso un’accurata selezione di opere, la mostra rivela la complessità e la ricchezza del linguaggio di Betty Bee, sospeso tra la carica provocatoria di una femminilità energica e dirompente e la delicata introspezione dei lavori pittorici. È proprio attraverso le opere più recenti che emerge la dimensione più intima e vulnerabile dell’artista, un aspetto interiore che si pone come elemento centrale, da proteggere ma anche da esporre con audacia. Curata da João Laia, direttore della Galeria Municipal do Porto, la mostra si apre con una serie di nuove tele che re-immaginano i motivi iconografici cari a Betty Bee. Le sue opere recenti si allontano gradualmente dalle griglie, i fili spinati e le reti di protezione, lasciando più spazio ai suoi fiori decorati con tonalità fluorescenti e glitter. Elemento centrale di queste nuove tele è proprio il fiore, sempre lo stesso, che appare ora fragile, ora intenso, uguale a sé stesso e diverso allo stesso tempo.
Le colature di colore, le screpolature create dall’asciugatura, i pigmenti traslucidi e madreperlati che mutano in base all’angolo di osservazione conferiscono un effetto cangiante, esprimendo un senso di bellezza effimera. Questi fiori, immersi in sfondi scuri e brillanti, ricordano cieli stellati e diventano simboli di una femminilità ambigua e stratificata, che porta il segno del tempo e della riflessione. Il fiore e la natura diventano così una rappresentazione del corpo: una figura che si ripete, si confronta, si trasforma e si interroga. È un corpo che sfiorisce, che si rinnova, che ancora si adorna per un nuovo atto di bellezza e di affermazione di sé, nel tentativo di mascherare le fratture di un inconscio ferito. La pittura per Betty Bee è un mezzo di introspezione, così come lo sono stati i suoi video, le fotografie e le celebri performance, tutti strumenti attraverso cui l’artista esplora l’inconscio, il corpo e la propria intimità.
L’intera mostra viene sviluppata dal curatore attorno all’idea dell’autoritratto, un tema centrale nella pratica di Betty Bee. Con un approccio meticoloso e una consapevolezza acuta della propria immagine, Betty costruisce una continua messa in scena che cattura una femminilità complessa: distorta, provocatoria e fragile al contempo. João Laia mette in dialogo tutti questi elementi, creando un intreccio narrativo in cui emergono i topoi che percorrono la pratica di Betty Bee: la delicatezza, le figure mitologiche, la sessualità, l’irriverenza e l’ironia. Ogni opera esprime la forza e la sensibilità dell’artista, racchiudendo una femminilità incontenibile che permea ogni aspetto della sua pratica artistica e delle sue narrazioni visive.