Andreas Senoner | Transitory Bodies
Lo Studio Museo Francesco Messina presenta TRANSITORY BODIES, una mostra di Andreas Senoner, artista altoatesino che fa dell’immobilismo arcaico e severo il cardine della sua ricerca artistica e che ha scelto il legno come materiale d’elezione nella sua pratica artistica.
Transitory Bodies si inserisce nel solco della collaborazione tra lo Studio Museo Francesco Messina e il progetto non-profit CRAMUM: Andreas Senoner è infatti il vincitore del sesto Premio Cramum, conseguito nel 2018. Inoltre, ospitando questa personale, il Museo si conferma nel ruolo di laboratorio e centro di sperimentazione artistica.
La mostra fa parte de “La Bella Estate”, il palinsesto culturale estivo promosso dal Comune di Milano che, fino al 21 settembre, proporrà ai milanesi e ai visitatori della città un ricco calendario di iniziative artistiche, culturali, sportive, ricreative e del tempo libero (programma in continuo aggiornamento su yesmilano.it/labellaestate).
Transitory Bodies, curata da Sabino Maria Frassà, mostra la ricerca di Andreas Senoner sull’essere umano, inteso non come corpo ma come espressione di interiorità. Come sottolinea la direttrice dello Studio Museo Maria Fratelli “tra le diverse modalità espressive presentate negli ultimi mesi presso lo Studio Museo Francesco Messina, la scultura di Senoner pare essere la più affine alla figurazione del Maestro. In realtà, la scelta di Senoner documenta quanto la varietà dei sentimenti, degli stati d’animo e delle intenzioni veicolabili attraverso le forme del corpo possa essere infinita e al contempo unica e personale, nella scultura come nella vita”.
L’artista considera i corpi meri involucri transitori di un’anima laicamente intesa ed impegnata in un processo di metamorfosi continua verso un’inafferrabile forma finale. Senoner realizza opere sospese, immobili, avvolte da un alone di mistero ed intrise di solitudine.
Come spiega il curatore Sabino Maria Frassà, dopo gli anni trascorsi tra Firenze, gli Stati Uniti e la Spagna, Andreas Senoner tende sempre più a un forte ermetismo e una conseguente letterale scarnificazione progressiva dei personaggi ritratti. Le opere più recenti – forse le più e compiute ed emancipate dalla tradizione della Val Gardena – mostrano un inesorabile abbandono della rappresentazione della figura intera per concentrarsi su singole parti di corpo.
Ormai lontano dai maestri del legno – quali Aron Demtz e Willy Verginer – prende forma un’inedita quanto originale e opportuna analisi del frammento quale metafora stessa dell’esistenza. È lo stesso Senoner a spiegare che “la storia umana è fatta di frammenti, nell’archeologia per esempio si studiano le culture antiche attraverso le tracce e i frammenti rinvenuti. Nel frammento si ritrovano storie, azioni passate e simboli che hanno un impatto molto forte anche a livello di immaginario collettivo. Lavorare sui frammenti è lavorare intimamente al Tutto”.
L’artista non può che focalizzare la propria attenzione sulla ricerca di quel senso più profondo e “vero”, per cui sente l’urgenza di abbandonare ogni orpello, come la liricità appresa dalla lezione di Arturo Martini, così marcata nelle opere dei primi anni. Dal 2019 le opere di Senoner appaiono sempre più inquiete. L’iniziale rifugio trovato nella natura non riesce a sopportare il continuo riaffiorare di antiche ferite interiori, da lui definite spine, che diventano un’arma di difesa nei confronti del mondo esterno.
Abbandonati i corpi-involucri di piume e licheni, la leggerezza e la speranza del volo sembra oggi del tutto persa. Non è quindi un caso che l’opera scelta per rappresentare il completamento di tale percorso sia Fear, una mano trafitta da spine.
Il nuovo Andreas Senoner modella la propria inquietudine attraverso una ritrovata poetica ermetica, che ben si adatta al complesso momento storico che viviamo. Per l’artista diventa importante rappresentare le viscere dell’interiorità, ritratte attraverso la bellezza del legno mangiato dai tarli o attraverso un’inedita e acuta stratificazione materica.
Dal dialogo tra le opere di Francesco Messina e le sculture lignee di Andreas Senoner emerge un percorso espositivo che riporta alla memoria una “Wunderkammer ontologica”. Le opere non sorprendono lo spettatore soltanto per la straordinarietà tecnico-materica, ma per la capacità di muovere interrogativi sulla transitorietà e sulla natura stessa dell’esistenza umana, catturata e fissata dall’arte in un istante al di là del tempo. La mostra finisce quindi per essere anche una sofisticata riflessione sulla scultura contemporanea in Italia, tra plasticismo, echi classici, colore e materia.
Andreas Senoner nasce a Bolzano nel 1982; inizia la sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e la Facultad de Bellas Artes San Carlos di Valencia, Spagna. Nel 2006 vince una borsa di studio per il Minneapolis College of Art and Design (Minneapolis, USA), dove frequenta le lezioni di scultura dell’artista Kinji Akagawa, con il quale approfondisce la sua tecnica di intaglio del legno. Da quel momento, il legno diventa il materiale espressivo di elezione. Con le sue sculture, approfondisce le relazioni che collegano l’individuo, il contesto mutevole in cui risiede e gli elementi che contribuiscono a tale trasformazione. Senoner richiama i processi scultorei tradizionali in una prospettiva contemporanea, ricercando un linguaggio strettamente legato alla natura concreta dei materiali e degli argomenti scelti narrati e cercando di stabilire un dialogo fatto di scambio reciproco con lo spettatore. Espone alla 54. Biennale di Venezia nel Padiglione Italia – Trentino Alto Adige. Nel 2017 partecipa alla mostra “Ritratti. Tiziano, Tintoretto e artisti veneti del XXI secolo” (Treviso), e alla collettiva “Legno|Lën|Holz” (Galleria Civica Trento). Nel 2018 conduce una serie di workshop al Mart di Rovereto, e vince il premio Cramum. Nel 2020 partecipa alla mostra “Due Culture e lo Spazio”, Qingdao Sculpture Art Museum (China). Lo scultore affianca all’attività espositiva periodi di ricerca in residenze per artisti, tra le quali Civitella Art Center (Umbertide), Palazzo Monti (Brescia), KKV Luleå (Svezia) e Skaftfell Art Center (Islanda). Le sue gallerie di riferimento sono Isolo17 Gallery, Verona e Bo.Lee Gallery, Londra.
La mostra è in collaborazione con Cramum, un progetto non profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel Mondo. Il nome è stato scelto proprio perché significa “crema”, la parte migliore (del latte) in latino, lingua da cui deriva l’italiano e su cui si è plasmata la nostra cultura. Cramum promuove attivamente mostre e progetti culturali volti a valorizzare Maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel mondo dell’arte. Dal 2014, sotto la direzione artistica di Sabino Maria Frassà, Cramum intraprende con successo un piano di sviluppo di progetti di Corporate Social Responsibility in ambito artistico, ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana nel 2015. Progetto principale di Cramum è l’omonimo premio, giunto alla sua ottava edizione e vinto negli anni da: Daniele Salvalai (2013), Paolo Peroni (2014), Francesca Piovesan (2015), Matteo Fato (2016), Giulia Manfredi (2017), Andreas Senoner (2018), Ludovico Bomben (2019). https://amanutricresci.com/cramum/ Facebook/ Instagram: @cramum
Andreas Senoner
Transitory Bodies
A cura di Sabino Maria Frassà
16 luglio – 29 agosto 2021
Studio Museo Francesco Messina
Via San Sisto 4/A, Milano
Da martedì a domenica 10-17.30 (ultimo ingresso 17)
Ingresso gratuito
Info: +39.02.86453005 | c.museomessina@comune.milano.it
www.studiomuseofrancescomessina.it
Facebook/Instagram: @museofrancescomessina
Andreas Senoner
www.andreassenoner.com