Adiacenze è ‘Hole. Temporary art peep show’

A pochi giorni dalla settimana di gran fermento contemporaneo per Bologna, sette spazi indipendenti hanno creato la propria rete di festival, Out of Order; tra i promotori Adiacenze che, in collaborazione con Andrea Tinterri e la progettazione grafica di Tatanka, presenta il format Hole. Temporary art peep show, sequenza espositiva in atto fino al prossimo giugno.

‘HOLE è un buco. E dietro ogni serratura c’è qualcosa che vuole essere guardato. HOLE è fatto per spiare ed essere spiati. Per avvicinare il mondo di fuori al mondo di dentro.’  L’essenza più pura del progetto HOLE di Adiacenze, inteso come ‘peepshow’ ultracontemporaneo è perfettamente leggibile nelle parole tratte dal testo critico di Giorgia Tronconi. Parole che generano la medesima curiosità che le peep boxes originavano nei XVII e XVIII secolo in Europa e che, in un certo qual modo, hanno portato, con innumerevoli mutazioni tecnologiche, alla realtà virtuale, restando tuttavia fedeli alla filosofia concettuale alla base della fruizione visiva: esperire fantasmagorie immaginifiche secondo modalità sinestetiche a partire dall’osservazione.

Tornando ai giorni nostri, dunque, Adiacenze, a Bologna, ha deciso di proporre una versione di peep show artistico del tutto peculiare che, come affermato da Amerigo Mariotti – fondatore di Adiacenze insieme con Daniela Tozzi – seppur rimanda a ben note sperimentazioni del passato, si rivela ora adatta alla situazione della fruizione artistica in tempo di pandemia, o meglio, in tempo di alquanto strani metodi di chiusura che hanno atterrito il mondo della cultura. Per tal motivo, la vetrina che affaccia su Vicolo Spirito Santo, a pochi passi da Piazza Maggiore, ha assunto il ruolo di spazio unico dell’arte, attuando, però, uno sfondamento – tanto reale quanto ideale – della barriera vitrea. La bidimensionalità del limite tra esterno ed interno – ancora inviolabile secondo le regole governative – genera una nuova prospettiva, ontologica e fisica, oltre che ottica. L’illusione della presenza in assenza, la cosmogonia dell’invisibile, sublimano il carattere di svelamento dell’intero progetto, nato, come già accennato, in concomitanza con il nuovo festival Out of Order, ideato da sette spazi espositivi felsinei.

HOLE si è già profilata,  nei suoi primi giorni di vita, nella sua piena identità: una mostra collettiva, scandita da quattro appuntamenti cardine nell’arco di un mese, che, di settimana in settimana, scopre come protagonisti sei differenti autori. “Agli artisti coinvolti è stato chiesto di riflettere sulla relazione tra chi è osservato e chi osserva, sulla sottile differenza tra che c’è tra ‘guardare’ e ‘spiare’.” Si legge ancora nel contributo critico di Giorgia Tronconi che, riprendendo l’ideale sartriano di esistenza in quanto oggetto di visione, “mon être est un être-vu”, decodifica lo status del nostro tempo per gemmare una analogia intellettuale tra il passato e l’oggi, ovvero indagando quella “solitudine dei mesi di confinamento” in cui “i device sono diventati il nostro unico mezzo per condividere i nostri pensieri, e percepire a distanza la vita altrui” in tal senso, dunque, il progetto HOLE trova posto nell’alveo scavato da “questa società di esperti voyeur” nella quale appare necessario nutrirsi “di rappresentazioni spesso sterili e superficiali”.  

Oltre ed attraverso tale superficie si estende quella della grande vetrina di Adiacenze, ora luogo metareale attraverso cui il team curatoriale ed HOLE “chiedono agli artisti di andare più a fondo, di interrogarsi su cosa sono disposti a rivelare del proprio microcosmo interiore, del proprio processo creativo.”  Seguendo il corso delle parole della Tronconi, gli artisti invitati hanno realizzato delle opere fruibili esclusivamente dall’esterno, mediante una lente fisheye, unica apertura trasparente nell’obnubilata vetrina. Sei fori, tramite i quali il pubblico accede alle opere con il proprio occhio o la telecamera del proprio telefono. Gli artisti, cui è stata lasciata piena libertà espressiva per interpretare la volontà d’esser spiati, in un certo qual senso, hanno generato ciò che è stato definito una trama di “particolari intrecci visivi con gli sguardi che di volta in volta avrebbero oltrepassato la soglia del loro spazio privato.” Il progetto, pertanto, si compone – come un puzzle in divenire – di interventi corali che seguendo la ‘pulsione scopica’ teorizzata da Lacan – ravvisabile nella duplicità di una pulsione a vedere, ma anche di farsi vedere, il desiderio che vi sia qualcosa da guardare, ma anche il desiderio che ci sia qualcosa da guardare, per l’altro, in noi (o su di noi) e quindi paragonabile all’eco dei miti di Narciso e Medusa – si trova in un dialogo serrato con la nostra abitudine di osservare in maniera errata. “HOLE vuole fermare il tempo continuo e distratto dello scrolling per riconquistare lo sguardo puntuale e curioso come mezzo di percezione e intrusione nello spazio dell’altro. Il pubblico assume così un ruolo attivo e non più di fruitore passivo e isolato di un flusso ininterrotto di immagini”  e trasformandosi “in una trappola per lo sguardo” , agguantando l’attenzione dell’osservante che dovrà agire di senso e d’intelletto, risulterà, per le quattro settimane di ‘show’ un crogiuolo di tensioni tra noto ed ignoto, in una indagine pressoché continua, seppur tesa verso un climax che porta nuova luce sulla situazione di cristallizzazione forzata degli artisti e del loro lavoro.

Il limite appare come volano, la barriera come trampolino di una nuova e necessaria speculazione in mutamento.

HOLE, nella sua dimensione di Temporary Show, ha un calendario così scandito:

Dal 28/04/2021 al 8/05/2021 presenti le opere di Fratelli Broche, Antonello Ghezzi, Ester Grossi, Caterina Morigi, PetriPaselli, Giulio Zanet
Dal 9/05/2021 al 16/05/2021
si continua conIrene Adorni, Marzia Avallone, Sara Bonaventura, Elisa Muliere, Stefano W. Pasquini, Giulia Querin
Dal 17/05/2021 al 24/05/2021
HOLE prosegue con Adonai Sebhatu, Luogo Comune, Francesco Fadani, Nicolò Lucchi, Quatrième Paysage, Silvia Rocchi
Dal 25/05/2021 al 1/06/2021
il progetto termina con i lavori diSilvia Bigi, Alessandro Calabrese, Nicolò Cecchella, Allegra Martin, Alessandro Sambini, Jacopo Valentini

Infine, il quid di intenti racchiuso nel concept ideato da Giorgia Tronconi, si fa parola universale di Adiacenze che, tramite il varco artistico, filosofico, fisico e ottico di HOLE intende portare avanti “una dichiarazione di resistenza ed esistenza dell’arte. La pandemia non ha fermato il pensiero creativo degli artisti, né il lavoro dei curatori. Per questo, HOLE esprime la necessità di Adiacenze, forte ora più che mai, di perseguire nell’indagine artistica contemporanea e di relazionarsi con l’attualità più stringente.”

HOLE. Temporary art peep show
Adiacenze & Andrea Tinterri & Tatanka nell’ambito del festival Out of Order
Bologna, Vicolo Spirito Santo 1\b
28 aprile – 1 giugno 2021

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.