Arte Fiera 2025
Installation view mostra personale Reihaneh Hosseini – Come In, 1 ottobre 2020 – 14 novembre 2020, A.MORE art gallery, Milano. Courtesy A.MORE art gallery.

Come In, il debutto italiano di Reihaneh Hosseini

A Milano una nuova galleria apre le sue porte al pubblico, presentando la prima personale in Italia dell’artista figurativa Reihaneh Hosseini. Un percorso attraverso volti e spazi abituali, rappresentati con colori acidi e saturi, ma mai aggressivi. Momenti quotidiani di stasi che celano una malinconia latente in questa società di individui.

Sembra incredibile pensare che, nonostante il momento difficile in cui si trova il Paese, si possa parlare di nuovi progetti ed investimenti, soprattutto se arditi e non convenzionali. Sembra incredibile, eppure i due galleristi, Aldo Salucci e Tatiana Yasinek, non si sono lasciati scoraggiare, dimostrando audacia anche in questi tempi bui. 

Nasce così la nuova galleria A.MORE, che lo scorso primo ottobre ha aperto la propria stagione espositiva con il debutto italiano dell’artista figurativa Reihaneh Hosseini

Colori lividi e saturi colpiscono subito all’occhio, mentre le pareti bianche riescono a valorizzare le tonalità stridenti di viola, verde, blu, con le quali i personaggi prendono vita. È destabilizzante la sincerità, la malinconia, ma anche l’ironia dello stile di questa artista, nata e formatasi in Iran, oggi trasferitasi a Vienna da più di sei anni. 

La prima impressione, valicando l’ingresso in via Andrea Massena 19, a Milano, è quella di trovarsi di fronte ad una serie di maschere caricaturali colorate e allegre. In realtà, non appena ci si avvicina ad uno dei quadri si comprende che quelle stesse maschere, indossate ogni giorno da ciascuno di noi, qui sono state abbassate. L’immaginario presentato da Reihaneh Hosseini prende forma dalla sua quotidianità, dall’osservazione dei propri amici e parenti o da chi le sta intorno. E allora “Come in!”, entriamo in contesti privati, spesso interni ad abitazioni, e prendiamo parte ad una di quelle realtà. Come in, When I’m alone (2020), e guardiamo cosa accade in questo spiraglio di vita. Un personaggio, di cui si vedono soltanto le gambe, è sdraiato su di un divano, intento a guardare la televisione di fronte a lui. Una donna, sul ciglio della porta, ha lo sguardo fisso nella nostra direzione, ma sembra essere assente. Tuttavia, il vero protagonista è proprio il televisore/specchio, che proietta un uomo seduto, mentre fuma una sigaretta. Anche lui appare completamente assorto. Siamo all’interno del quadro, ma non veniamo visti, come accade in Party part 1 (2020). In questa tela è rappresentata una festa, dove i protagonisti si comportano con indifferenza verso chi gli sta affianco. Ognuno di loro è impegnato e, nonostante ci si sente parte del quadro, anche qui siamo ignorati. Chiara è la critica, non troppo velata, al capitalismo in cui sono immersi i soggetti, tuttavia Hosseini non vuole denunciare alcun atteggiamento sbagliato o proibito. Li raffigura per ciò che sono, senza giudicare quello che stanno facendo. Allo stesso tempo, non cade neppure in banali stereotipi.

Proseguendo il percorso espositivo, si notano delle serie di quadri differenti, come gli Untitled (2020) e Goldfinger(2020). L’artista si è avvicinata ulteriormente, permettendoci di osservare i volti in primo piano. Sono nuvole di colori senza alcun contorno netto, visi concreti pur nella loro leggerezza. L’intenzione di Hosseini si rivela essere quella di esprimere l’interiorità psicologica o gli stati comportamentali degli individui, piuttosto che le reali fisionomie. Per riuscire in questo scopo utilizza la potenza delle tonalità come il verde, il rosa o il blu, colori che hanno un’accezione ben precisa per lei e che la aiutano ad esprimere al meglio l’intenzionalità dei suoi soggetti. In una intervista pubblicata nella pagina Instagram della galleria A.MORE è la stessa artista a spiegare i diversi significati; in Germania “being blu” significa essere ubriachi e il verde nella cultura iraniana simboleggia la giovinezza e la speranza, che secondo Reihaneh Hosseini è bellezza. Da queste parole capiamo come nulla è dato per scontato nei suoi quadri, i quali nascondono una narrazione più articolata.

Reihaneh HosseiniDr Mahmudi, 2020. Oil on canvas, 60×47 cm

L’intimità e l’ordinarietà della sua routine è espressa maggiormente nelle opere Dr Mahmudi (2020), Enough so I can eat (2020) e la serie Disable Comments (2020). La tecnica è sempre la stessa: macchie di colori accesi e contrastanti, con i quali continua la narrazione di momenti apparentemente convenzionali e comuni. Prosegue il nostro viaggio di immedesimazione, tra la curiosità di saperne di più e il calore di riconoscersi in quegli attimi di stasi.

La galleria A.MORE inizia il suo cammino con una mostra inaugurale inaspettata, rivelando la spiccata sensibilità dei galleristi e la voglia di stupire i propri visitatori e clienti. In seguito, il 18 novembre ospiteranno una personale dedicata a Mario Schifano, tra i massimi esponenti della Pop Art italiana, e a gennaio esporranno l’americano Jacobs Brooks, classe 1994. Un calendario vario, che unisce giovani artisti alle loro prime esperienze in terra italiana e personalità storiche di livello internazionale, ma non di meno fuori dagli schemi. Ed è sicuramente qualcosa di cui abbiamo bisogno.


COME IN
Dal 1 ottobre 2020 al 14 novembre 2020
A.MORE Gallery, via A. Massena 19, 20145, Milano
Mercoledì – Venerdì 14:30 – 19:00
Sabato 14:30 – 19:00

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